Migliore
risposta non poteva arrivare… Gli Steelers si impongono sui Cleveland Browns
con il punteggio di 30 a
9 in un
match dominato e condotto come meglio non si poteva sin dai primi istanti di
gioco. Una vittoria che da morale sotto molteplici aspetti in vista della bye
week di settimana prossima, dove ci sarà la possibilità di rifiatare oltre che
a recuperare qualche infortunato. Analizzando il match, è stata la solita
partita caratterizzata dagli infortuni che ormai dall’inizio del campionato
siamo abituati ad assistere. Questa volta però, il fato ha voluto che entrasse
in campo il miglior backup a disposizione in panchina, il cui nome sulla maglia
recitava “Roethlisberger”. Ebbene si; il suo utilizzo sarebbe dovuto avvenire
solo in caso di necessità, ma l’infortunio alla caviglia durante il secondo
drive di gioco al buon Landry Jones (fin li perfetto), ha messo con le spalle
al muro Mike Tomlin che non disponeva di ulteriori ripieghi sulla side line.
Dentro Big Ben allora, tra le mille perplessità sulla sua salute e la gioia di
vederlo in campo. Quello che è successo dopo è facilmente intuibile. Gli
Steelers cominciano a macinare yard sotto il controllo del loro condottiero,
fino a trovare il doppio TD di Antonio Brown (compreso di 2pti conversion) e
quello di Martavis Bryant. L’NFL pass-friendly torna di dominio all’Heinz
Field, con i tifosi che spesso durante il match hanno dovuto alzare il mento
per ammirare le big play del fuoriclasse ex Miami (Ohio). Le giocate sul
passing-game, sono state alternate pescando i ricevitori su tracce di
corto-medio e lungo raggio, demolendo a più non posso la secondaria dei Browns
priva del loro migliore uomo Joe Haden. Per citarne qualcuna: la super catch di
Martavis Bryant con gli indici delle mani in versione ventosa (azione che ha
portato al primo fumble nella sua carriera in NFL) e l’ennesima slant verso il
“convertitore di yarde after catch” Antonio Brown, trasformata nel TD finale
che ha chiuso definitivamente il match. Le 402 yarde complessive messi a
tabellino dalla batteria di ricevitori, sono confortanti quanto importanti come
biglietto da visita nei match in avvenire. Anche ieri sera, la linea offensiva ha
svolto l’ennesima prova maiuscola in fase di protezione sul pass-blocking. Sarà
prematuro e probabilmente qualcuno avrà da criticarmi, ma le assenze di
Maurkice Pouncey e Kelvin Beachum non stanno pesando affatto. Meglio così del
resto; l’abitudine nel testare il campo e la sicurezza assimilata in questo
periodo, garantirà in futuro la lunghezza necessaria in depth per poter
preservare al meglio l’organico. L’ex Army Alejandro Villanueva, ha permesso
solamente un sack in tutto il match, assicurando tranquillità tale di movimento
perfino ad un QB statico e acciaccato. Venendo al running-game, le precarie
condizioni fisiche di DeAngelo Williams, hanno fatto si che il suo utilizzo
venisse a meno cercando di preservare anche quest’ultimo per i match sul finale
di stagione. La scarsa propensione alle corse della difesa avversaria, non ha
convinto a pieno coach Todd Haley, che ha preferito rinunciare all’ex Panthers
rendendolo parte passiva nell’azione (in fase di blocco). Dopo le premesse e le
dichiarazioni sulle sue condizioni, il fatto di avergli evitato un possibile
infortunio è un altro successo della serata del coaching staff
sull’organizzazione nel piano di gioco.
Ma
veniamo alla difesa di “pluto” Keith Butler. Da segnalare ancora una volta
(come sempre del resto), l’immensità di yard concesse per mezzo dei passaggi.
Ormai non è più una novità, lo sappiamo, ma se non si può ovviare del tutto a
quello che è indubbiamente il punto debole del reparto, cercare di migliorare
dovrebbe essere da stimolo. Ma questo incentivo purtroppo stenta a decollare.
Potrebbe essere un problema di pass-rush e di intensità sul QB avversario viene
da pensare, ma non lo è; semplicemente guardando i replay delle azioni, si nota
come l’attenzione dei corner e delle safety venga a meno nelle fasi successive
allo snap, a dimostrazione che oltre ai limiti tecnici della secondaria
(purtroppo per noi sono molti), basterebbe concentrarsi un po’ di più sul
movimento del proprio avversario assegnato, senza dover arrivare per forza al
tackle per fermare l’azione. In questo uno come Brandon Boykin è maestro ma
neanche in società sanno bene dove sia finito. Tralasciando le pecche in
coverage, i contrasti sono avvenuti ancora una volta puntuali e ruvidi al punto
giusto. La tenacia che è stata premiata con un fumble (Will Allen – mattatore)
e con un intercetto (Mike Mitchell – resuscitato) da parte delle safety
titolari, autori dell’ennesima prova strabiliante. La lotteria dei corner
invece, ha svolto la solita buona gara in pressione ma meno nel concedere
campo. Il front seven ha dimostrato di essere in serata da subito, quanto
Arthur Moats recupera un fumble sul primo passaggio della gara di Johnny
Manziel e procura pochi minuti dopo, un facemask su quest’ultimo al limite del
legale. La pressione è stata continua da parte di tutti i membri della squadra,
pressione che ha costretto il QB a forzare il passaggio in parecchie occasioni
oltre che a cercare la soluzione personale per uscire dalle maglie. Per gli
amanti delle statistiche, gli Steelers sono a quota 28 sack complessivi da inizio
stagione, cifra che ha già quasi raggiunto la quota totale nelle 16 gare del
2014. La mano di “pluto” direi che comincia a vedersi! Sempre sulla linea, le 15 yds su corsa concesse ai
Browns sono un dato fenomenale. Vero è che le portate sono state poche (14), ma
se questa soluzione è stata utilizzata poco è merito anche della difesa B&G
che nei pochi tentativi si è sempre mostrata pronta.
Match archiviato che ha portato alla prima vittoria
divisionale dopo le sconfitte contro i Ravens ed i Bengals. Dopo la bye week si
vola sulla costa ovest per affrontare i Seattle Seahawks. Squadra dura e ostica
a dispetto del record negativo, che si giocherà fino all’ultimo le sue carte
per accedere alla postseason. Si prospetta l’ennesimo match da non perdere.
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